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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 38
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originale
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38 Quid? Cum pluribus deis immolatur, qui tandem evenit ut litetur aliis, aliis non litetur? Quae autem inconstantia deorum est, ut primis minentur extis, bene promittant secundis? Aut tanta inter eos dissensio, saepe etiam inter proxumos, ut Apollinis exta bona sint, Dianae non bona? Quid est tam perspicuum quam, cum fortuito hostiae adducantur, talia cuique exta esse, qualis cuique obtigerit hostia? "At enim id ipsum habet aliquid divini, quae cuique hostia obtingat, tamquam in sortibus, quae cui ducatur." Mox de sortibus; quamquam tu quidem non hostiarum causam confirmas sortium similitudine, sed infirmas sortis conlatione hostiarum.
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traduzione
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38 E ancora: quando si fa un sacrificio in onore di pi? d?i, come mai pu? accadere che per alcuni il sacrificio riesca propizio, per altri no? E cos'? questa volubilit? degli d?i, tale da minacciarci con le viscere del primo sacrificio, da farci sperar bene con quelle del secondo? O c'? fra loro tanta discordia, spesso anche tra divinit? imparentate, s? che le viscere delle bestie immolate ad Apollo risultano gradite, quelle a Diana sgradite? Che cosa pu? essere cos? evidente come il fatto che, essendo scelte a caso le vittime condotte al sacrifizio, le viscere saranno per ciascun sacrificante tali quale sar? la vittima che gli capiter?? "Ma," tu risponderai, "il fatto stesso che a ciascuno tocchi una determinata vittima ha in s? qualcosa di profetico, come, a proposito delle sorti, il fatto che a ciascuno ne c?piti una determinata." Delle sorti parleremo in seguito, anche se, in verit?, tu non rafforzi la causa dei sacrifici con l'analogia delle sorti, ma svaluti le sorti paragonandole ai sacrifici.
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